5/5 ★ – Alexb1096's review of Return of the Obra Dinn.

-------- RECENSIONE (ITALIAN) -------- PRO: Capolavoro di game design, OST, difficile CONTRO: Di nicchia in tutto, trama complessa VOTO: 10/10 --------------------------------------------------------- È difficile per me scrivere una recensione di Return of the Obra Dinn perchè rappresenta una delle esperienze videoludiche più intense e significative che ho mai avuto, uno dei pochi giochi per cui ho esultato da solo in camera e che ho scelto di iniziare a scatola chiusa in un periodo particolare, ovvero mentre stavo scrivendo la tesi di laurea. Lo stile grafico è molto particolare e potrebbe far storcere il naso. Si tratta infatti di una sorta di 1-bit in 3D, ma con una qualità assurda dei modelli, in particolare i volti, e curatissimo nelle ambientazioni. Basta fermarsi un attimo a guardarsi intorno per capire come ogni dettaglio, dagli sguardi alle particelle nell'aria, sia stato pensato per creare una rappresentazione assolutamente credibile della realtà. Questa estetica è quindi una scelta e non una "scorciatoia", cosa che invece può essere la quasi totale assenza di animazioni. È sorprendente inoltre come tutto questo sia stato realizzato da una sola persona, Lucas Pope, che ha anche caricato un bellissimo time-lapse del processo su YouTube. Carina infine la possibilità di scegliere lo "schermo" attraverso cui vedere il gioco, andando così a variare la palette di colori. Della stessa qualità è pure la colonna sonora, composta anch'essa dall'unico autore e sempre adatta alle situazioni, anche se a volte un po' troppo "mistica" e poco piratesca, come invece mi sarei aspettato. Buono anche il doppiaggio (solo inglese ma con testi in italiano, seppur talvolta un pochino fuorvianti) e il sonoro in generale, utili a descrivere la spazialità degli ambienti e la dinamica delle scene. A livello di gameplay Return of the Obra Dinn è, quantomeno ad oggi, il più avanzato e credibile investigativo mai realizzato. Per sua natura si intreccia ovviamente molto con la trama, che sorregge l'intera opera pur senza essere mai davvero impattante. Il giocatore impersona un perito della Compagnia delle Indie che deve indagare sul misterioso ritorno di un mercantile, l'Obra Dinn appunto, al porto di Londra senza nessuno a bordo e dopo anni dalla sua scomparsa nell'Atlantico. Per essere aiutato nell'incarico, il protagonista riceve da un misterioso superstite della spedizione un libro con diverse informazioni e un orologio magico. Quest'ultimo è il fulcro del gioco e permette, interagendo con un cadavere o la proiezione di esso, di visualizzare ed esplorare liberamente un'istantanea del contesto della morte di uno dei 60 passeggeri. Per ognuno è richiesto infatti di indicare sul taccuino a chi appartengano i vari corpi e che destino abbiano incontrato, scoprendo le cause della morte e l'eventuale colpevole (selezionando tutto da una lista di possibilità, molte più di quelle poi davvero utili). Per arrivare ad una conclusione bisogna fare caso a tutto, dai dettagli degli oggetti alle relazioni personali, senza nessun suggerimento o aiuto. Inoltre la conferma della correttezza delle ipotesi è data solo ogni tre risposte giuste, rendendo impossibile lo sparare a caso (se non quando manca un solo elemento). La complessità delle indagini è estremamente affascinante senza mai diventare frustrante, ma richiede impegno e dedizione. Prendere appunti esterni è quasi inevitabile vista la mole di informazioni che si ottengono ad ogni flashback e nelle prime ore si è parecchio spaesati. La sensazione di quando si ha un'epifania è, però, impagabile e rende l'indovinare le identità davvero soddisfacente. La durata dell'esperienza è quindi molto variabile ma non è indifferente in quanto, ad esempio, per me ha richiesto quasi una ventina di ore. Il comparto narrativo invece è forse l'aspetto meno riuscito perchè è soprattutto lore e le vicende sono raccontate in ordine sparso, rendendo difficile unire tutti i puntini. Non sono inoltre presenti grossi colpi di scena o rivelazioni, tratta sostanzialmente di una serie di sventure che ha colpito la nave e del modo in cui l'equipaggio reagisce ad esse. Più che il quadro generale è invece facile seguire le sottotrame che riguardano piccoli gruppi di passeggeri o singole calamità, riuscendo a comprendere meglio gli avvenimenti, le motivazioni e il rapporto tra i personaggi. In conclusione, Return of the Obra Dinn è uno dei miei giochi preferiti e un'esperienza mi anima ancora dopo anni al solo ricordo. È un prodotto di nicchia sotto tutti i punti di vista ma estremamente gratificante, con un livello di sfida elevato grazie alla sorprendente profondità che lo contraddistingue. La sfida è reale, si è da soli e non si viene aiutati in nessun modo (e non ci sono molti trucchetti per uscire dai potenziali impasse), risultando come il migliore (e più impegnativo) investigativo mai realizzato, superando con facilità anche altri ottimi titoli come L.A. Noire (più vario ma molto meno complesso) e il recente The Case of the Golden Idol (che lo imita ma cambiando l'impostazione). Pur essendo consapevole che non sia per tutti, soprattutto in un mercato che predilige l'azione e le avventure, non posso che consigliarlo con tutto il cuore sperando di convincere qualcuno a provare questo capolavoro indiscutibile. VOTO: 10/10